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Anche il Papa chiede regole sull'intelligenza artificiale

In un appello lanciato ai governi, ai capi delle organizzazioni internazionali e alle aziende del settore, per scongiurare il rischio di cadere in una dittatura tecnologica
Papa Francesco
Papa FrancescoBuda Mendes/Getty Images

Ai vari appelli internazionali per creare una regolamentazione globale sull’intelligenza artificiale, si è aggiunto anche quello di papa Francesco. Il pontefice ha lanciato un messaggio ai leader mondiali e ai capi delle organizzazioni internazionali, chiedendo l’istituzione di un trattato giuridicamente vincolante per prevenire i rischi posti da queste nuove tecnologie.

Oltre all’appello diretto alla politica, Bergoglio si è rivolto anche alle società che operano nel settore, chiedendo un controllo etico degli “obiettivi e degli interessi dei proprietari e degli sviluppatori delle intelligenze artificiali”, mettendoli in guardia sui pericoli che possono comportare per “la nostra casa comune”, cioè la Terra, e “per la nostra sopravvivenza”.

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Sono 39, da padre Paolo Benanti alla responsabile tecnologica di OpenAI, Mira Murati. Ma trovare una strada comune non sarà facile

In particolare, ha definito “motivo di grande preoccupazione etica” la ricerca “sulle tecnologie emergenti nel settore dei cosiddetti sistemi d’arma autonomi letali equipaggiati con l’intelligenza artificiale”, che “non potranno mai essere soggetti moralmente responsabili”. Pertanto “è imperativo garantire una supervisione umana adeguata, significativa e coerente” di questi sistemi, perché “l’esclusiva capacità umana di giudizio morale e di decisione etica è più di un complesso insieme di algoritmi, e tale capacità non può essere ridotta alla programmazione di una macchina”.

Secondo il pontefice, inoltre, l’assenza di regole condivise e universali porta con sé il pericolo di cadere “nella spirale di una dittatura tecnologica”, in cui l’intelligenza artificiale rischia di far crescere a dismisura le disuguaglianze e accentrare nelle mani di pochi “la conoscenza e la ricchezza”, con “gravi rischi per le società democratiche e la coesistenza pacifica”.

Il messaggio fa eco alle molte iniziative nazionali e internazionali portate avanti negli ultimi mesi al fine di regolamentare lo sviluppo e l’uso di queste tecnologie, come il primo vertice mondiale sul tema, l'AI summit tenutosi in Regno Unito a novembre, e la recente approvazione dell’Ai act dell’Unione europea, il primo pacchetto di regole al mondo per disciplinare estensivamente l’intelligenza artificiale, che vieta, per esempio, l’uso per la sorveglianza biometrica da parte dei governi.