Cambia il “decreto rave”, ora le manifestazioni sono escluse

Un emendamento circoscrive l'applicazione solo in caso di raduni musicali o a scopo di intrattenimento
Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi
Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi (Foto: Ivan Romano/Getty Images)Ivan Romano/Getty Images

Il governo Meloni fa una piccola marcia indietro sul cosiddetto “decreto rave”, il primo provvedimento preso dal nuovo esecutivo, a pochi giorni dall’insediamento, e causa di vaste polemiche all’interno dell’opinione pubblica. Una misura considerata da molti come liberticida e troppo vaga e che ora il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, vuole cambiare leggermente.

Uno dei problemi fondamentali del provvedimento, volto a vietare l’organizzazione e la partecipazione a feste di musica elettronica, organizzate in aree abbandonate come campi o ex capannoni industriali, è che era scritto in maniera estremamente generalista. Pertanto, il pericolo sollevato anche dai giuristi esperti è che potesse venire applicato in altri contesti rispetto ai rave party, aprendo quindi al rischio di limitare le libertà personali e civili di cittadine e cittadini.

Pertanto, il governo ha proposto di restringere il campo di azione della norma con un emendamento, volto a limitare il reato a “chiunque organizza e promuove l'invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici e privati, al fine di realizzare un raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento" quando "dall'invasione deriva un concreto pericolo" per la salute o l'incolumità pubblica a causa dell'inosservanza delle norme su droga, sicurezza e igiene, come si legge su Repubblica. In questo modo, la norma non andrebbe a colpire illegittimamente altri tipi di manifestazioni o azioni collettive, come per esempio le occupazioni studentesche. 

Tuttavia, l’emendamento non ha toccato minimamente l’entità delle pene previste per gli organizzatori, che vanno dai tre ai sei anni di carcere. Una decisione che quindi lascia alle forze dell’ordine la possibilità di sottoporre a intercettazione i telefoni degli organizzatori durante le indagini, come fossero mafiosi o pericolosi criminali. Inoltre, le autorità potranno anche sequestrare le “cose che servirono o furono destinate a commettere il reato, nonché delle cose che sono il prodotto o il profitto” e gli organizzatori potranno essere sanzionati con multe tra i mille e i 10mila euro.

Il nuovo emendamento, così come lo stesso decreto, è stato annunciato dal governo come una qualche misura di fondamentale importanza. Secondo il ministro della giustizia Carlo Nordio, per esempio, la modifica renderebbe “più efficace il contrasto delle condotte illecite che si vuole perseguire”, si legge in un comunicato stampa. Tuttavia, il ministro Nordio ha forse già scordato che, come accaduto per il rave di Modena, questo tipo di eventi possono già essere sgomberati efficacemente, senza nessuna norma ulteriore e senza l’accanimento che il governo sta riservando agli organizzatori.