LA GUERRA IN MEDIO ORIENTE

Il sistema sanitario di Gaza è sull'orlo del collasso

I bombardamenti e le interruzioni ad acqua e corrente hanno lasciato gli ospedali senza risorse, e i medici sono costretti a lavorare in condizioni quasi impossibili
Ambulanze all'esterno dell'ospedale AlShifa a Gaza City il 15 ottobre 2023.
Ambulanze all'esterno dell'ospedale Al-Shifa a Gaza City, il 15 ottobre 2023.DAWOOD NEMER/Getty Images

Anche prima dell'esplosione che questa settimana ha colpito l'ospedale Al-Ahli, il sistema sanitario della Striscia di Gaza era già sull'orlo del collasso. Dall'inizio della guerra tra Israele e Hamas sono stati dichiarati morti almeno 3.700 palestinesi e si stima che altri 12mila siano rimasti feriti, stando al Ministero della salute di Gaza. Il sistema sanitario dell'enclave palestinese ha dovuto gestire un enorme afflusso di pazienti in condizioni d'emergenza, facendo allo stesso tempo i conti con le conseguenze dei bombardamenti e dell'interruzione ad acqua e corrente.

Il 13 ottobre, l'esercito israeliano ha intimato a tutti gli abitanti nel nord di Gaza di evacuare. L'ordine ha creato a una situazione ingestibile per gli ospedali dell'area, pieni di pazienti troppo malati per essere spostati. L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha definito l'ordine di evacuazione una "condanna a morte" per i malati e i feriti.

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"L'intero sistema sanitario sta crollando intorno a noi", afferma Ghassan Abu-Sittah, un chirurgo plastico di Medici senza frontiere (Msf) che lavora all'ospedale Al-Shifa di Gaza City, la più grande struttura medica della Striscia. Il quadro dipinto dal medico è quello di un sistema ridotto ai minimi termini.

Il reparto di ortopedia ha esaurito i perni e le piastre necessari per stabilizzare le fratture, racconta Abu-Sittah. La pressione dell'acqua è ormai troppo debole per far funzionare le macchine di sterilizzazione che disinfettano le attrezzature, il che significa che il personale dell'ospedale è costretto ad affidarsi a un antisettico chimico che non viene più usato da decenni. Non ci sono ventilatori disponibili e lo spazio per i feriti in ospedale non basta: "Non c'è più spazio né materassi su cui mettere i feriti nei corridoi", dice Abu-Sittah. Il personale sanitario è esausto e fatica a gestire il numero di feriti. Il 18 ottobre, Abu-Sittah ha aiutato a trattare un paziente che aveva una ferita infetta. Ma dal momento che tutte le sale operatorie erano piene, i medici non sono riusciti a curarlo in tempo e il paziente perderà di conseguenza una gamba.

Da quando più di una settimana fa Israele ha bloccato l'accesso all'elettricità a Gaza, gli ospedali si sono affidati a generatori di riserva. Ora però sono pericolosamente a corto di carburante. Mercoledì 18 ottobre l'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari ha riferito che il Ministero della sanità di Gaza sta ridistribuendo il carburante portandolo da altre strutture pubbliche, in modo da mantenere in funzione i generatori degli ospedali. "Stanno finendo tutto", dice Zaher Sahloul, presidente di MedGlobal, una ong che sostiene le strutture mediche a Gaza. Il Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) ha dichiarato che senza elettricità "gli ospedali rischiano di trasformarsi in obitori".

Il presidente internazionale di Msf Christos Christou riporta che i chirurghi dell'ospedale Al-Shifa stanno operando senza antidolorifici. I membri dell'équipe dell'organizzazione raccontano di aver "sentito i pazienti feriti urlare per il dolore".

Attualmente l'Al-Shifa sta lavorando a più del 600 per cento della propria capacità, come ha dichiarato il direttore generale dell'ospedale Muhammad Abu Salmiya in un editoriale pubblicato mercoledì su The Lancet. Lo stesso giorno, Abu Salmiya ha detto ad Associated Press che "i generatori dell'ospedale si esauriranno nel giro poche ore".

Chris Hanger, portavoce del Cicr, ha dichiarato a Wired UK che i chirurghi dell'ospedale Al-Shifa stanno lavorando 24 ore su 24 per curare i feriti. "Ci hanno detto che l'intero sistema è in ginocchio; cercano di smistare i pazienti ma non c'è modo di gestire il numero di vittime – ha affermato Hanger –. Tutte le sale chirurgiche sono occupate".

All'ospedale Kamal Adwan, nel nord di Gaza, stanno arrivando "soprattutto corpi bruciati, corpi pieni di schegge, corpi mutilati di donne e bambini", dice Sahloul, che è regolarmente in contatto con Hussam Abu Safiya, medico capo di MedGlobal nel nord di Gaza. Quasi tutte le vittime sono donne e bambini, dice Sahloul.

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C'è poi il timore che l'alto numero di cadaveri possa portare a un'epidemia: "L'ospedale trabocca di cadaveri", spiega Sahloul. Anche Abu Safiya, il medico che lavora nel nord di Gaza, è preoccupato dalla possibilità che i corpi in decomposizione possano contaminare l'acqua e causare un'epidemia.

Stando all'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, il 18 ottobre tutti e cinque gli impianti di trattamento delle acque reflue di Gaza sono stati costretti a chiudere a causa della mancanza di elettricità, aumentando così il rischio di diffusione di malattie trasmesse dall'acqua. L'ospedale Al-Shifa sta seppellendo i corpi all'interno di fosse comuni.

Con risorse limitate, la priorità viene data ai feriti più gravi. Questo significa che i pazienti che necessitano di cure continue per il cancro e altre malattie non possono più essere assistiti. L'Ospedale dell'amicizia turco-palestinese, che si trova a sud di Gaza City, è vicino a chiudere. Quando succederà, i 9000 pazienti oncologici della Striscia di Gaza rimarranno senza cure. "Molte di queste persone moriranno – dice Sahloul –. Non per i bombardamenti, ma per la mancanza di accesso ai farmaci essenziali".

In seguito ai colloqui tra il presidente statunitense Joe Biden e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il 19 ottobre è stato annunciato che venti camion contenenti aiuti umanitari come cibo, acqua e materiale medico potranno attraversare il confine tra Egitto e Gaza. Secondo la Casa Bianca, gli aiuti inizieranno a circolare non prima di venerdì.

Nel frattempo, il sistema sanitario di Gaza continuerà a sgretolarsi e le vittime sono destinate ad aumentare. Gli ospedali sono talmente a corto di risorse che i medici non possono più evitare che i pazienti muoiano, racconta Abu-Sittah: "Sono solo un pronto soccorso dove arrivano le persone: se sopravvivono, bene. Altrimenti moriranno".

Questo articolo è apparso originariamente su Wired UK.