Le persone chiave di Cop28, la conferenza del clima dell'Onu
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Dubai - La Cop28 di Dubai, la conferenza delle Nazioni unite sul clima, si avvia al termine. Ma in attesa di trovare un accordo sulle fonti fossili, la mitigazione e la finanza climatica che al momento sembra difficile, Wired ha messo in fila i volti di chi, nelle stanze dei negoziati o fuori, sta gestendo la partita. E sono tante le donne che hanno assunto un ruolo di primo piano in questa Conferenza delle parti. Una classe dirigente che ha preso le redini dei negoziati come mai prima, mentre il presidente è stato ancora una volta un uomo, Sultan al Jaber, peraltro nella doppia veste di numero uno della società petrolifera di Stato degli Emirati e di timoniere di Cop28. Tuttavia a Dubai è venuto alla ribalta un gruppo di politiche e negoziatrici che, con grinta, porta avanti le battaglie del clima. E non mancano le italiane. Vediamo.
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Sultan Al Jaber
C’è poco da aggiungere: come mai prima, Cop28 è stata la Cop del presidente. Sultan Al Jaber, un dottorato in economia, presidente della Conferenza e amministratore delegato di Adnoc, la compagnia che gestisce l’estrazione del petrolio di Abu Dhabi. Altissimo (quasi due metri), voce profonda, modi da businessman. Ma, dice di sé, un uomo il cui curriculum parla di transizione, in un Paese strappato al deserto e il cui benessere è fondato sul petrolio. Ruolo ingrato, non facile. “Il fallimento non è un’opzione”, ha sempre ripetuto. Vedremo cosa riuscirà a fare.
- DOMINIQUE FAGET/Getty Images02
Teresa Ribeira
Spagnola, ministro per la transizione ecologica. Ma soprattutto, la voce dei ventisette paesi dell’Unione europea nelle negoziazioni di Dubai. Una lunga carriera nel segno dell’ambiente, tante le esperienze a livello internazionale. E nessuna paura di parlare chiaro: non ha avuto problemi a definire “disgustosa” la lettera dell’Opec (l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio) in cui si chiedeva agli Stati membri di non appoggiare l’uscita dai combustibili fossili. “Noi non chiediamo di eliminare i combustibili fossili domani. Dobbiamo creare invece le condizioni per una uscita graduale”, ha precisato, mostrando consapevolezza di un altro dei nodi centrali di Cop28.
- MARTIN BERNETTI/Getty Images03
Maisa Rojas
Cilena, ministra dell’Ambiente, nella super squadra creata da al Jaber con la missione speciale di trovare compromessi. Non solo è una politica, ma anche una scienziata rispettata dagli accademici. Si occupa di finanza climatica e ha avuto un ruolo chiave nella nascita del fondo sulle perdite e i danni di cui quest’anno, al primo giorno, sono stati chiariti gli aspetti procedurali. È stata la voce dell’America Latina alla Conferenza delle parti emiratina, capace di portare all’attenzione del mondo i problemi della parte centromeridionale del nuovo continente.
- Sean Gallup/Getty Images04
Jennifer Morgan
Da trent'anni è la voce e la memoria storica delle Cop. Tantissime le conferenze alle spalle. Per anni direttrice esecutiva di Greenpeace, oggi è inviata speciale per il clima della Germania. E infatti a Dubai il Paese si è impegnato a versare cento milioni di euro per il nuovo fondo per il loss and damage. Segni particolari: quando parla lei, anche gli interlocutori più agguerriti stanno ad ascoltare.
Foto: Can Europe05Chiara Martinelli
Toscana, una lunga esperienza nella cooperazione internazionale e nel volontariato, dal 2021 è direttrice di Climate Action Network Europe (Can), la rete di oltre centottanta organizzazioni non governative continentali. Sempre in prima linea nelle battaglie ambientali dall’ufficio di Bruxelles, anche a Dubai Martinelli ha coordinato con modi pacati da vera leader il lavoro degli attivisti di Can, arrivati in massa per sorvegliare un vertice non facile per la presenza invadente delle lobby. Non ha mai perso l’ottimismo, e non è poco una Conferenza data per spacciata dall’inizio.
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Yvonne Aki-Sawyerr
Sindaca di Freetown, in Sierra Leone, una delle poche città ad avere un assessore con delega al caldo. Esperta di finanza (ha lavorato per venticinque anni nel settore privato), ha portato un approccio inclusivo e data driven nella gestione dell'agenda climatica. A gennaio, ha realizzato la prima mappatura delle isole di calore della città. Era a Cop28 assieme ai sindaci del C40, una rete di metropoli unite per gestire l'emergenza climatica: più di quattro miliardi di persone, metà della popolazione globale, vive infatti, in contesti urbani.
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Romina Pourmokhtari
A soli ventotto anni, è la più giovane ministra del Clima e dell’ambiente che la Svezia (il paese di Greta Thunberg) abbia mai avuto, ma – ça va sans dire - si piazza bene anche a livello globale in questa speciale classifica. Romina Pourmokhtari ha tutti i numeri per far parlare di sé. Origini iraniane, nata alla periferia di Stoccolma, Pourmokhtari milita nel partito liberale. “La Svezia ha ancora un lungo lavoro da fare nella riduzione delle emissioni”, ha detto alla vigilia della conferenza emiratina. Anche sulla situazione delle donne in Iran si è esposta in diverse occasioni.
08Federica Fricano
È la capa della squadra negoziale italiana, e non solo a questa Cop. Grandissima esperienza riconosciuta, sangue freddo, conoscenza delle problematiche. E anche una passione personale per i temi dell'ambiente. A Dubai, come a Sharm, è affiancata da un gruppo di negoziatrici (e negoziatori) di livello che ha l'obiettivo difendere gli interessi italiani in quella grande riunione di condominio che è la Cop.
- Mondadori Portfolio/Getty Images09
Vanessa Nakate
Ugandese, ventisette anni, da Glasgow in avanti è diventata il simbolo dell’attivismo africano. Sempre presente alle Conferenze delle parti, il suo carisma catalizza l'attenzione: calma, posata, ma irriducibile. Una sicurezza.
