la recensione

Nuovo Olimpo è un incrocio di passioni travolgenti alla Ozpetek

Passione per il cinema, passione per uno sconosciuto: nel suo nuovo film il regista turco li incrocia facendo di un cinema romano il crocevia incandescente di un incontro memorabile. In anteprima alla Festa del Cinema di Roma, sarà su Netflix dal 1 novembre
Nuovo Olimpo è un incrocio di passioni travolgenti alla Ozpetek

Con il suo Nuovo Olimpo Ferzan Ozpetek si conferma uno degli ultimi registi romantici del nostro cinema. Punta tutto sui sentimenti, firmando senza riserve un melò dichiaratamente autobiografico, dove le passioni si incrociano pericolosamente. Passione per il cinema, passione per uno sconosciuto affascinante: tutto si mescola se nei corridoi della sala cinematografica del titolo avvengono incontri clandestini che possono dare inizio a una passione memorabile per la vita. Accade ai due protagonisti, il regista Enea - alter ego dichiarato di Ozpetek a cui Damiano Gavino dà vita e corpo con magnetismo e generosità notevoli – e lo studente di medicina Pietro (Andrea Di Luigi). Si incontrano, si sfiorano, poi la passione divampa selvaggia (Ozpetek, vale la pena ricordarlo, è uno dei pochi registi italiani che sa filmare il sesso come si deve) ma le loro strade si divideranno per via di una violenta manifestazione. Il ricordo e la nostalgia non si placano, e quando il destino li farà rincontrare trent'anni dopo si ritroveranno diversi, maturati, ma con la stessa memoria indelebile della condivisione di un momento magico.

Scrivendo con il cosceneggiatore e coproduttore Gianni Romoli, Ozpetek pesca a piene mani nel suo vissuto regalando al pubblico un film profondamente imperfetto, lontano dai suoi titoli migliori e facilmente criticabile, per certe scelte di sceneggiatura e per l’acceleratore fortemente puntato sul pedale del melò. Eppure al tempo stesso Nuovo Olimpo si rivela un’opera sincera, passionale, calda e popolare nel senso più ampio del termine. Incentrandosi sui due protagonisti maschili, non dimentica di lasciare ampio spazio ai personaggi femminili, che sanno restare impressi. Come Luisa Ranieri, nei panni della cassiera Titti che meriterebbe uno spin-off: splendida, con sopracciglia e acconciatura alla Mina (versione bruna) e un passato tutto da scorpire, è la cassiera che si prende a cuore le storie personali e romantiche di chi frequenta assiduamente il suo cinema, non solo per godersi un film.

Notevole anche Aurora Giovinazzo, nei panni di un personaggio originale, poco visto nel cinema italiano: l’inseparabile compagna di una vita, amica, complice e amante occasionale, l’anima sorella da cui il protagonista non si separa mai. Infine Greta Scarano sa dare vita alla malinconica resilienza di una moglie che sa di essere amata “tiepidamente” da un uomo che non può dimenticare l’incontro che gli ha cambiato la vita. Perché è esattamente questo che Nuovo Olimpo mira a raccontare: la forza disarmante degli incontri casuali capaci di stravolgere una vita intera e rimanere impressi nella mente, nel cuore e nella sensualità che esplode per caso tra sconosciuti e che Ozpetek sa raccontare, impreziosito dalle musiche sognanti di Andrea Guerra.