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Tutte le novità sul bonus mobili

Il tetto massimo di spesa scende a 8mila euro. Ecco quali sono mobili ed elettrodomestici ammessi e come si può ottenere il contributo
Un gatto su un divano distrutto
Un gatto su un divano distruttoZachary Scott/Getty Images

Il governo Meloni ha confermato anche per il 2023 e il 2024 il bonus mobili, con un emendamento alla legge di Bilancio in via di approvazione anche al Senato dopo l’ok ottenuto alla Camera.

Così come è avvenuto nel 2021 e nel 2022, nei prossimi ventiquattro mesi sarà dunque possibile usufruire della detrazione del 50% per l’acquisto di arredi ed elettrodomestici a risparmio energetico. Come previsto inizialmente, per il 2023 la soglia del tetto di spesa è stata ridotta: passerà dagli attuali 10mila a 8mila euro, tremila in più dei 5mila a cui si era pensato inizialmente. 

Il bonus:

  1. Che elettrodomestici rientrano nel bonus mobili
  2. I lavori 
  3. Come si attestano i lavori e i tetti di spesa
  4. Chi può beneficiare del bonus mobili
  5. Le tempistiche
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Che elettrodomestici rientrano nel bonus mobili

Il bonus mobili è una detrazione Irpef del 50% per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici contestuale alla ristrutturazione straordinaria di un immobile. L’Agenzia delle entrate ha specificato però in una scheda informativa sul proprio sito quali categorie di acquisti rientrino effettivamente nel bonus.

Per quanto riguarda i mobili, che devono essere nuovi e non usati, l’ente cita per esempio letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, materassi e apparecchi di illuminazione, mentre esclude l’acquisto di porte, pavimentazioni, tende e tendaggi e altri complementi di arredo.

Le regole dettate dall’Agenzia sono stringenti anche per quanto riguarda gli elettrodomestici. Essi devono essere di classe energetica non inferiore alla classe A per i forni, alla classe E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie, alla classe F per i frigoriferi e i congelatori, come rilevabile dall’etichetta energetica. “L’acquisto - si legge - è comunque agevolato per gli elettrodomestici privi di etichetta, a condizione che per essi non ne sia stato ancora previsto l’obbligo”.

L’ente cita tra gli elettrodomestici frigoriferi, congelatori, lavatrici, lavasciugatrici e asciugatrici, lavastoviglie, apparecchi per la cottura, stufe elettriche, forni a microonde, piastre riscaldanti elettriche, apparecchi elettrici di riscaldamento, radiatori elettrici, ventilatori elettrici, apparecchi per il condizionamento.

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I lavori 

Per poter usufruire del bonus è necessario effettuare interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia su singoli appartamenti, oppure lavori di ricostruzione o ripristino di un immobile danneggiato da eventi calamitosi, se è stato dichiarato lo stato di emergenza o, ancora, interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia su parti comuni di edifici residenziali.

Rientrano nei casi in cui è applicabile il bonus anche il restauro, il risanamento conservativo e la ristrutturazione edilizia di interi fabbricati, a patto che siano eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie che vendano o assegnino l’immobile entro 18 mesi dal termine dei lavori. Il contributo spetta inoltre ai contribuenti che usufruiscono del sismabonus e del superbonus 110%.

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Come si attestano i lavori e i tetti di spesa

Affinché si possa accedere al bonus, ciascuno dei suddetti interventi deve essere iniziato a partire dall'1 gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto dei mobili e degli elettrodomestici. La data di avvio dei lavori dovrà essere attestata, per esempio, da eventuali abilitazioni amministrative o dalla comunicazione all’Asl, quando è obbligatoria. Per gli interventi che non necessitano invece di comunicazioni o abilitazioni, basterà invece compilare una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà. 

Per quanto riguarda il 2023, dunque, il tetto di spesa su cui calcolare la detrazione del 50% sarà di 8mila euro, che scenderanno a 5mila nel 2024. L’importo calcolato andrà distribuito in dieci rate annuali uguali e specificato all’interno del quadro predisposto nella propria dichiarazione dei redditi.

Il tetto di 8mila euro riguarda gli interventi relativi alla singola unità immobiliare. comprensiva delle pertinenze. Ciascun contribuente potrà dunque accedere più volte al beneficio, nel caso in cui effettuerà lavori su più immobili. 

L’acquisto di mobili ed elettrodomestici dovrà essere effettuato con metodi di pagamento tracciabili, come per esempio bancomat, carta di credito o bonifico. Non sarà dunque possibile pagare in contanti o con assegni bancari. Chi vorrà richiedere il contributo dovrà inoltre conservare ricevute o fatture riportanti natura, qualità e quantità dei beni e dei servizi acquistati

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Chi può beneficiare del bonus mobili

Ad avere diritto al bonus sarà solo il soggetto che sosterrà le spese di intervento per il recupero del patrimonio edilizio. Nel caso in cui, per esempio, due coniugi dovessero dividersi queste ultime e quelle per l'acquisto di mobili ed elettrodomestici, nessuno dei due avrebbe diritto al contributo.

La detrazione è prevista anche nei casi in cui gli acquisti effettuati dovessero essere destinati a stanze o ambienti diversi da quelli oggetto degli interventi effettuati nel medesimo immobile, anche nel caso in cui i lavori riguardino le pertinenze.

A proposito di queste ultime, tra gli interventi di recupero del patrimonio edilizio che permettono di avere la detrazione per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici non sono invece compresi quelli per la realizzazione di box o posti auto pertinenziali rispetto all’abitazione principale.

Le tempistiche

Per quanto riguarda le tempistiche, per ottenere il bonus è necessario che la data di inizio dei lavori sia precedente a quella dell’acquisto di mobili ed elettrodomestici. Non serve invece effettuare le spese di recupero del patrimonio edilizio prima di quelle utili ad arredare l’immobile.